Pinin Brambilla Barcilon, la donna che salvò l'Ultima Cena di Leonardo. Alla fine della serata provai a chiederle di concedermi una fotografia per ricordo. Mi rispose: volentieri ma ho un marito geloso! Sorridendo le dissi...

Ci lascia a 95 anni l'autrice del restauro più celebre della storia dell'arte. Più di 20 anni dedicati al Cenacolo vinciano.

Il suo nome è intrinsecamente legato al Cenacolo di Leonardo da Vinci a cui ha dedicato gran parte della sua vita. Impegnata nel restauro e nel salvataggio delle maggiori opere d'arte del Rinascimento: Pinin Brambilla Barcilon, la più importante restauratrice di tutti i tempi, ha avuto l'onere e la responsabilità di restaurare l'Ultima Cena di Leonardo da Vinci nel Convento della Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano (dal 1978 al 1999).

Il 12 dicembre 2020 ci lascia con la sua eredità di lavoro e di pensiero.

Il Centro per la Conservazione e il Restauro 'La Venaria Reale' da lei fondato la saluta con questa frase: "Non ci sono molte parole per salutare una figura tanto importante per il nostro Centro, per tutti noi e per l'intero mondo del restauro. Il suo rigore e il suo esempio resteranno un punto di riferimento, che continuerà a vivere nelle nostre scelte e nelle nostre azioni. Ciao Pinin, ci mancherai".

Fra i più importanti interventi che l'hanno impegnata ricordiamo le pitture di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, gli affreschi di Masolino da Panicale nel Battistero di Castiglione Olona, gli affreschi altomedievali di Oleggio e quelli quattrocenteschi di Palazzo Borromeo a Milano, diverse opere di Piero della Francesca, ide Pollaiolo, di Filippino Lippi, Crivelli, Mantegna, Lorenzo Lotto, Gentile Bellini, Bronzino, Caravaggio, Tiziano, Tiepolo, oltre a numerosi artisti di arte moderna e contemporanea come Lucio Fontana e Man Ray.

Oggi è introvabile il libro "La mia vita con Leonardo" (Mondadori Electa, 2015), Pinin Brambilla Barcilon in cui la restauratrice racconta il restauro dell'Ultima Cena, salvato arrestando la corrosione dei colori originali. Ha lavorato tra veleni e polemiche senza battere ciglio, sacrificando la sua vita e il suo tempo, arrivando persino ad odiare Leonardo, affermazione che ho ascoltato con le mie orecchie il 9 maggio del 2019 in occasione dell'evento dal titolo: Il Cenacolo Vinciano: Storia, condizioni e restauro con Pinin Brambilla Barçilon, restauratrice. Nell'ambito della rassegna Leonardo. Un’emozione da 500 anni Centro Culturale “Alle Grazie” Convento di Santa Maria delle Grazie Piazza di Santa Maria delle Grazie a cura di Simone Ferrari

Una coincidenza, quel giorno avevo trascorso un paio di ore all'interno del Cenacolo per lavoro. Non ero mai stato così a lungo a contatto con l'opera, ero stanchissimo ma una volta uscito dal refettorio mi sono diretto all'interno della Chiesa di Santa Maria delle Grazie per assistere a quell'evento unico. Un evento dove l'umanità della Brambilla ci mostrò il suo lato umano e le emozioni date dal suo lavoro. Odio e amore.
L'amore lo provò quando nel restaurare la figura dell'apostolo Matteo riscontrò una fisionomia che era stata mascherata da maldestri restauri. Tutti gli apostoli, all'inizio del lavoro, erano figure sbiadite che avevano smarrito quelle espressioni tormentate ed inquiete. Ma Matteo la folgorò come quando ti innamori e vieni ricambiato nello sguardo. Comparvero sotto quelle croste del tempo i suoi riccioli biondi, le labbra carnose e al posto di un vecchio barbuto ritrovò un giovane che si struggeva per l'annuncio del tradimento del Maestro.

Alla fine della serata provai a chiederle di concedermi una fotografia per ricordo. Mi rispose: volentieri ma ho un marito geloso! Sorridendo le dissi che lei per noi presenti era una star e che suo marito avrebbe dovuto concedercelo. 


San Matteo nel CenacoloPinin Brambilla Barcilon con Luca Caricato

  Nel 1978, quando cominciò il restauro, avevo solo 2 anni e nel 1999, quando ne avevo 23 appresi la notizia della riapertura al pubblico del Cenacolo vinciano. 21 anni di intenso lavoro. Solo alla fine venne accolta con molti onori, ma in corso d'opera venne accompagnata da tante polemiche e veleni che, come scrisse l'allora soprintendente Carlo Bertelli esposero la restauratrice "alle frecce come un san Sebastiano".

"Si sa che quando si è in prima linea si sarà colpiti per primi. Io però mi ero assunta quell'impegno e andai avanti, cercando di non prestare attenzione alle polemiche" , minimizzava la restauratrice..

Avviò il fruttuoso processo di modernizzazione delle tecniche di restauro aprendo le porte ai contributi e alle metodologie innovative di istituti scientifici e di ricerca.

Le opere d'arte italiane sono sparse per il mondo e per questo ricevette prestigiosi incarichi all'estero, con il Louvre di Parigi, il Museo d'Arte Catalana di Barcellona e altri prestigiosi musei.

Nel 2011-2012 ha fatto parte del comitato scientifico per il restauro della "Sant'Anna" di Leonardo del Louvre ed è stata membro del comitato ministeriale per le celebrazioni del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci nel 2019. Il 27 settembre 2019 ha ricevuto dall'Università di Torino la laurea honoris causa in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali. (Repubblica.it)

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