Nonostante i danni riportati sul colore del dipinto, la visita al Cenacolo Vinciano lascia sempre tutti gli spettatori esterefatti. Non c'è bisogno di avere una guida per farsi prendere dalle emozioni che Leonardo da Vinci voleva trasmettere ai suoi contemporanei e alle generazioni future: il dipinto o l'ombra che resta dei suoi colori restano carichi di un fascino geniale. Quando accompagno dei visitatori ad ammirare il Cenacolo, per prima cosa li invito a fare un respiro profondo. L'aria del refettorio non è tanto diversa da quella che si respirava in quegli stessi luoghi nel Rinascimento proprio perchè, grazie ad un sofisticato sistema di filtri, l'ambiente è costantemente monitorato per salvaguardare la salute del dipinto murario.
Sottolineo il termine di "dipinto murario" proprio per rimarcare che non si tratta di un affresco come in molti, storici dell'arte inclusi, spesso equivocano.
Leonardo da Vinci, che notoriamente non era un affidabile pittore, decise di abbandonare l'idea di fare un affresco proprio perché questa tecnica non gli avrebbe permesso di avere dei ripensamenti e soprattutto lo avrebbe indotto ad una realizzazione rapida dell'opera. Un affresco lo ritroviamo sulla parete opposta, la Crocifissione di Cristo di Donato Montorfano, pittore contemporaneo a Leonardo. Questo dipinto, che in molti ignorano durante la visita al refrettorio, è importantissimo per comprendere sia la grandezza che la negligenza del genio toscano.
L'affresco del Montorfano, benché si sia mantenuto molto meglio nei colori e nella consistenza dell'intonaco, mostra il notevole divario di competenze artistiche e narrative che c'erano tra Leonardo e i suoi contemporanei. Mentre la tendenza dell'epoca era quella di stupire i fedeli, puntando sulla quantità di personaggi e di elementi impiegati per riempire la superficie pittorica, Leonardo da Vinci, del tutto in controtendenza con quei canoni pittorici artistici, dipinse un'Ultima Cena realistica, dove gli elementi posti ordinatamente nello spazio erano liberi e facilmente individuabili. Con un inganno dell'occhio, trompe-l'œil, l'osservatore è proiettato all'interno del Cenacolo lasciandosi introdurre dalle architetture disegnate sullo sfondo mentre è schiacciato fuori dal meno noto, ma pur sempre maestrale, affresco della crocifissione. Prima di osservare l'opera del Vinci invito a guardare alla base della crocifissione. A Leonardo, o alla sua squadra, venne dato il compito di aggiungere quattro figure: il duca, la duchessa con il figlio e la figlia. Di queste figure non rimangono che le sagome dato che la pittura non tarderà a scrostarsi e ad evaporare. La stessa sorte sarebbe dovuta toccare all'intero Cenacolo se non fosse stato preservato da diversi restauri, il più delle volte goffi paliativi, che ci hanno restituito solo l'ombra di quello che doveva essere lo splendore originale.
Passiamo ad osservare in rigoroso silenzio il Cenacolo lasciando che gli occhi spazzino senza essere distratti da inutili elementi. All'accusa generica rivolta dal Maestro: "Uno di voi mi tradirà!" gli apostoli reagiscono in un movimento composto di terzine, come se fossero le onde che si dipanano dal centro di uno stagno che è stato appena colpito da un sasso. Elementi di fisica, la dinamica dei fluidi, e dell'aria si fondono con la sua ricerca artistica, teologica e filosofica. Non è più un semplice dipinto, ma è la scena di un film in cui ci sono dodici sospettati ed un solo colpevole. L'inganno è dietro le interpretazioni scontate, in attesa di essere svelato per regalarci stupore e sorpresa. A farla da vera padrona, però, sarà la suspance e la possibile rivelazione del colpo di scena. Leonardo ci lascia sospettare che il volto di Giuda possa essere quello del molesto priore del convento di Santa Maria delle Grazie che scriveva al Moro per denuciare la negligenza del suo pupillo che tardava nella consegna del lavoro. Tra gli apostoli vi è anche un ipotetico autoritratto di Leonardo, forse è lui il vero Giuda, ma per scoprirlo bisogna leggere il linguaggio dei corpi e comprendere le intenzioni del genio universale.
Il Cenacolo rimarrà un mistero da scoprire nonostante l'opera sia stata analizzata dai migliori critici d'arte e chimici analitici. A noi non resta che godere dell'opera con lo stesso spirito con cui ci rivolgiamo al mistero del mondo visibile e divino.