TALENTI LUCANI - PASSAGGIO A SUD
Scrivere di Luca Caricato e su Luca Caricato è talmente complicato da perder la via o da non sapere da dove cominciare. Esperto “vinciano” ma non solo, è anche docente di storia, di storia dell’arte, si è occupato di cinema. Esperto “Leonardiano” ma anche dei cartoon, che disegna oppure rende in pregevoli film. Scrittore senza definizioni e artista senza barriere di linguaggio, infatti un suo video cartone animato è sulla lingua dei segni: “Vieni al davanzale amore”, tratto da una poesia in collaborazione con Davide Rondoni e Valeria Spagnuolo che sperimenta un nuovo linguaggio inclusivo e poetico nella LIS. Il video avrà successo e verrà presentato a Bologna, Rimini, Ragusa e Roma in diversi ambiti accademici e di concorsi di poesia. Il 26 settembre 2012, Ospite di molte trasmissioni televisive, per discutere le sue inedite tesi su Leonardo da Vinci.Tra le più note trasmissioni ricordiamo Enigma condotto da Corrado Augias ed andata in onda il 22 novembre 2007 sulla terza rete RAI e Mattino Cinque , andato in onda il 21 dicembre 2011, dove è rimasto memorabile il simpatico confronto con Vittorio Sgarbi e Cecchi Paone.
Caricato è laureato in Lettere Moderne all’Università degli Studi della Basilicata, seguendo un percorso didattico caratterizzato da esami di storia dell’arte. Ha conseguito un Master in Studi Storico Artistici di Tutela e Valorizzazione del Patrimonio Culturale e dell’Ambiente presso la LUMSA di Roma. Giramondo, ha studiato a Parigi, alla Sorbonne e nel 2018 consegue un Máster Universitario en Formación del Profesorado presso l’Università Nebrija di Madrid. La tesi intitolata “Leonardo da Vinci, un instrumento de aprendizaje”, propone la figura storica di Leonardo da Vinci come un valido strumento di apprendimento. Poi è un lucano, di quei lucani che girano il mondo e di cui il mondo si accorge. Ma non la Basilicata…Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 480w" alt="" width="240" height="300" />
La prima domanda mi è d’obbligo. Sei un docente di Lettere e vivi a Milano: come è stata l’esperienza di questo biennio tra covid e dad.
Ho dovuto rinunciare a molti eventi che avevo in programma dato che questo periodo coincideva con l’anniversario dei 500 anni dalla morte del genio universale. Avrei voluto approfittarne per concludere un saggio su Leonardo ma la DAD ha appesantito molto il mio rapporto con il computer.
Sei lucano, laureato in Basilicata, studi a Parigi, Roma e Madrid, ma come mai la scelta di Milano?
Forse è stata Milano a scegliere me. Ricevevo molti inviti da questa città, dal nord e dal centro Italia o addirittura dall’estero per esporre le mie ricerche. Il 30 settembre 2016 decisi di accettare un brevissimo incarico a Milano e dopo cinque anni sono ancora qui. Da Milano riesco a sbrigare i miei impegni anche in giornata raggiungendo Roma, Torino, Firenze, Venezia e la Svizzera. Questi spostamenti mi risultavano impossibile da Potenza.
Sei stato ospite di diverse reti nazionali, ad esempio Canale 5, Rai, tv e radio ed ultimamente Tv2000, hai collaborato con l’assessorato all’istruzione del Comune di Milano e con l’attore Germano Lanzoni, interprete del brand “Il milanese imbruttito”, per divulgare nelle scuole l’importanza del ruolo assunto da Leonardo da Vinci a Milano. Insomma, hai trovato l’America tra il castello Sforzesco e il Cenacolo del genio di Vinci…
Be’, l’America mi sembra un po’ troppo. Però è vero, Milano mi ha dato molti riconoscimenti, è sicuramente tra le città più ospitali che conosca. Germano Lanzoni poi, pur incarnando lo stereotipo del milanese imbruttito, mi ha mostrato lo spirito goliardico e nascosto di questa città facendomi sentire a casa. Mi ha chiesto più volte: <<Ma quando lo facciamo uno spettacolo a Potenza!?>> Magari un giorno ci riusciremo!
Ne abbiamo parlato in privato, mi riferisco alla fiction su Leonardo. Non ti chiedo un parere perché sei un critico d’arte e non televisivo però ti chiedo un’opinione sulla capacità attrattiva che ancora oggi ha Leonardo. Un fascino che perdura e risplende.
Ti do un’opinione tecnica invece. A Potenza, presso l’Università degli Studi della Basilicata, sono stato insegnante del laboratorio di Cinematografia e critica cinematografica accanto alla Professoressa Manuela Gieri. La fiction, che sembra raccontare una storia ambientata in epoca contemporanea con costumi dell’epoca, mostra un giovane Leonardo timido ed impacciato mentre in realtà era molto estroverso e sicuro di sé. Al di là di questa scelta stilistica la trama inciampa spesso in incongruenze storiche e cronologiche. A dire la verità sono riuscito a vedere solo pochi minuti della prima puntata. Questi prodotti, a mio parere, non solo non insegnano nulla ma creano disinformazione. Sono invece molto affezionato al capolavoro di Renato Castellani: “La vita di Leonardo da Vinci”, mandato in onda in cinque puntate dalla Rai nel 1971. Quest’opera venne realizzata con l’aiuto di validi storici dell’arte e per questo resta un ottimo strumento didattico. Leonardo è ancora un grande attrattore, è vero, e a cinquecento anni dalla sua morte in molti, medici, scienziati, poeti, studenti, politici, filosofi mi hanno invitato a ricordarlo presso università, trasmissioni televisive, radiofoniche, convegni e festival.
Dai tuoi primi studi e saggi, hai sempre posto l’attenzione sul Leonardo esoterico, sulle opere invisibili. Ce ne parli?
Il vero esoterismo non viene rivelato pubblicamente, pertanto le mie pubblicazioni parlano di un Leonardo essoterico. L’esoterismo viene spesso frainteso ed è per questo che non approfondisco certi contenuti in interviste o interventi televisivi. Si rischia di cadere nel ridicolo. L’ultima platea a cui ho parlato in maniera esplicita dei contenuti esoterici presenti nelle opere di Leonardo è stata quella del 14 marzo 2019, a Roma presso la Sapienza, in cui ero relatore con il Professore Claudio Strinati. Con mia profonda gioia il luminare di storia dell’arte ha avallato in pieno le mie teorie.
Di cosa ti stai occupando ora?
Continuo a scrivere il mio saggio su Leonardo da Vinci anche se spesso vengo distratto da altri lavori. Ho da poco pubblicato, con gli architetti di Pistoia, gli atti del convegno svoltosi a novembre 2019 “Leonardo da Vinci, architettura e felicità”, mi occupo di critica d’arte contemporanea per una rivista internazionale “Celebre Magazine” e devo ancora procurarmi e leggere “Racconti Lucani” a cura del mio amico e confidente consigliere Angelo Parisi. La raccolta di novelle a cui ho contribuito con un mio racconto su Cancellara è stata pubblicata nel 2020. Nel cassetto ho una sceneggiatura per un cortometraggio che avrei dovuto girare con Germano Lanzoni e i suoi amici, ho dei progetti teatrali dai contenuti culturali divulgativi e tantissime idee che ho sospeso a causa della pandemia. Insomma, mi devo un po’ riassettare.
Sei legato alla Basilicata, sei un lucano doc. Ti manca? Faccio la solita domanda retorica: ci ritorneresti per lavorare? Sono ammesse risposte negative.
Mi manca tantissimo! L’aria, la luce, il cibo, gli amici e naturalmente i parenti. Quando riabbraccio i nipoti più piccoli che vivono a Matera, stento quasi a riconoscerli per quanto crescono in fretta.
Gli amici lucani mi sostengono tantissimo. Antonello Amati, a cui devo molto, mi è indispensabile per le sue competenze tecniche di comunicazione, colleghi e amici come Angelo Parisi e Angela Natrone mi aiutano revisionando in tempi record alcune relazioni e dispensandomi sempre ottimi consigli. Anche giornalisti, come te, non mancano mai di sostenermi con articoli come questo.
Sarei potuto rientrare in Basilicata per insegnare, ma ho scelto di restare in Lombardia perché qui vengo coinvolto in molte iniziative culturali da enti sia privati che istituzionali cosa che oltre a gratificarmi mi permette di sviluppare i miei studi.
Per rispondere alla domanda: ci ritorneresti per lavorare? La risposta è sicuramente sì, sarebbe una scelta soprattutto emotiva. Sono molto legato alla mia terra ma Milano e la Lombardia mi danno obiettivamente maggiori opportunità. Nonostante tutto sono tante le associazioni attive sul territorio lucano, ricordo con affetto tra tante Sintetika o Le Ali Di Frida che mi invitano spesso a prendere parte ai loro eventi. C’è tanto impegno e tanta dedizione, ma purtroppo da sole, queste ed altre associazioni, non bastano a creare opportunità di lavoro continuative in ambito culturale.